giorno 61 - 20 ottobre 2006 
<<^>>
La mia idea di ieri non ha trovato orecchie disposte ad accettarla. Fa piuttosto freddo e dato che abbiamo parecchi chilometri davanti a noi dopo il parco, niente giro in bici. Il parco nazionale Mesa Verde è impegnativo sulle due ruote, va su e giù e la pavimentazione non è delle migliori, manca corsia di emergenza. Ma tutto è possibile.

Siamo probabilmente i primi nel parco oggi tanto è presto. Subito dietro una curva vediamo un coyote che si dirige verso di noi in mezzo alla strada per raccogliere un leprotto morto. Poi si dilegua. Facciamo appena in tempo a fargli una foto. Ci fermiamo all'ufficio turistico che offre un'ottima mostra sulla vita dei popoli che hanno abitato questa zona verso il 500 AC, gli Anasazi, dai quali discendono oggi i Pueblos di Colorado, New Mexico e Arizona. Rimangono alcune delle loro abitazioni ricavate nella roccia, alcune molto complesse che suggeriscono una vita comunitaria incentrata sull'agricoltura. Questa gente è scomparsa inspiegabilmente attorno al 1300 DC. Andiamo subito a vedere il complesso abitativo di Spruce Tree dove la "rangeressa" di turno ci racconta un po' della loro vita. Per contraccambiarla, le raccontiamo del nostro incontro con il coyote e lei ci dice di conoscerlo bene, che si tratta dell'unico coyote "fannullone" del parco che ormai non si procaccia più da mangiare in modo tradizionale ma aspetta che venga investito un leprotto per cibarsi dei resti. Nel parco ci sono altri esempi di queste abitazioni nella roccia e prima di mezzogiorno riusciamo a vederle tutte. La concentrazione maggiore è il Palazzo, dove i discendenti odierni di questi popoli antichi si radunano tutt'oggi per riti speciali in onore dei propri avi.

Nel pomeriggio attraversiamo il confine tra il Colorado e lo Utah e arriviamo al paesino di Mexican Hat, UT. Troviamo posto nell'unico campeggio in paese (siamo soli). Il paese, scopriamo dopo un giro di perlustrazione, consiste di un benzinaio, questo campeggio/ristorante/lavanderia a gettoni/negozio di liquori e qualche casa sparsa. Scarichiamo la Vespa e andiamo direttamente nella Valle dei monumenti, nella riserva degli indiani Navajo. È una giornata stupenda, soleggiata e calda, combinazione perfetta per un giro in Vespa. 30 km di saliscendi su un'unica strada dritta che taglia in due un deserto rosso fuoco con alcune rocce solitarie che emergono qua e là e dalle forme più strane. Gli indiani Navajo che incontriamo sono molto gentili e socievoli, incuriositi e divertiti dalla nostra Vespa. Facciamo 18 km nella terra battuta in sella alla Vespa per portarci proprio sotto alcuni di questi spuntoni di roccia così insoliti e magici che ci lasciano a bocca aperta. Gli unici turisti che non sembrano incuriositi dalla nostra Vespa sono alcuni italiani a bordo di una jeep. Questo posto magico ha un significato speciale per gli indiani che ci abitano e anche se non afferro la spiritualità del luogo, rispetto il loro modo di sentire. Hanno attribuito nomi particolari a tutte queste formazioni rocciose. Non si tratta di un parco nazionale perché è territorio indiano, ma non ha nulla da invidiare agli altri parchi nazionali.

Il coyote con la colazione in bocca.

Il complesso di Spruce Tree, in cui abitavano circa 50 persone.

Vista a destra.

Vista a sinistra.

Il pozzetto circolare al centro si chiama kiva ed era coperto da un tetto con un foro al centro da cui si entrava nella kiva per mezzo di una scala a pioli.

Un altro complesso con una torre di 4 piani, la struttura più alta nel parco.

Eccone un altro, mi pare particolarmente difficile da raggiungere dall'alto o dal basso.

La mesa.

Il Palazzo.

Una roccia.

SS 163 in territorio Navajo.

Ecco le rocce solitarie.

La strada che porta nella Valle dei monumenti.

Profili delle rocce.

Sempre più vicini.

Le stesse rocce, viste dall'altro lato.

Pubblicità Vespa.

Ecco cosa vede la Vespa dall'occhio sinistro.

e dall'occhio destro.

Monument Valley.

Una delle rocce.

Altra roccia, Elefante o Cammello.

Una sola soletta.

Una famigliola al completo.

Chi si ricorda il nome di questa.

Petino sulla Vespa.

Panorama.

Altro panorama.

Un extraterrestre verdino con un casco troppo grande.

Altre rocce.

E altre ancora.

Ecco finalmente un albero.

Rocce al tramonto.

I colori si fanno più intensi mentre cala il sole.

Panorama sulla via di ritorno al campeggio.

Altra vista da lontano.

Le colline davanti al campeggio.

Laura ha atteso pazientemente che il sole tramontasse per immortalare queste nuvole.

Stesse nuvole, più da vicino.

L'albero della nostra piazzola im campeggio al tramonto.
<<^>>
Copyright © 2017 BeSaLo.